“La casa degli Orologi” di Cristina Fabbrini Serravalle

di | 17 Agosto 2023

Posso dire che leggere “La casa degli Orologi” mi ha dato un’energia nuova? Che non pensavo un romanzo mi prendesse così tanto?

A pieno titolo tra i cinque libri più belli letti quest’anno, “La casa degli Orologi” è un romanzo misterioso, avventuroso, divertente e tocca pure i sentimenti senza risultare mieloso, un libro adatto a uomini e donne indistintamente.

Vuoi saperne di più? Buona lettura!


Dettagli del libro

Titolo: La casa degli Orologi

Autrice: Cristina Fabbrini Serravalle

Casa editrice: self publishing

Anno: 2022

Pagine: 253 p.

Genere: narrativa contemporanea

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: 9798363954016


Trama

Luna Rossa è bellissima, ha un nome impegnativo e un cognome che la inchioda alla scomoda eredità dei cantieri nautici Caetani, l’impresa di famiglia. Ha un amante deludente e noioso, un lavoro che la costringe a una vita nevrotica, e due genitori materialisti che hanno puntato su di lei come su un cavallo di razza. Esasperata, decide di prendersi con le buone o con le cattive un’intera estate a Tenerife per praticare la vela, la sua unica passione ma, giunta sull’isola, pensa insistentemente a uno stratagemma che le consenta di defilarsi.

Gioia Morandi, produttrice cinematografica, la vede per caso e ne rimane folgorata. A suo avviso, solo Luna potrebbe essere Ilka Shulz ne La casa degli orologi, un film che sta per essere girato a Candelaria e che rischia di saltare perché l’attrice protagonista è rimasta vittima di una grave aggressione. Luna non ha mai recitato, ma decide d’impulso di affidarsi alla fantasia della vita, invece di continuare a forzarsi in una direzione che la fa stare malissimo.

Se il suo debutto sul set è disastroso, a complicarlo c’è la presenza di Cross, un colosso norvegese addetto alle manutenzioni che la attrae da subito e le suscita emozioni tanto forti quanto inquietanti. L’uomo, schivo e carismatico, ricambia la sua attrazione e la trascina in un labirinto sentimentale ed erotico irresistibile, quando l’agente Florindo Bustamante, un impacciato ex eroe per caso, invaghito senza speranze di lei e geloso di Cross, scopre qualcosa di terribile. Qualcosa che potrebbe mettere in serio pericolo la vita di Luna.


Sulla bellezza quieta e abbagliante dell’isola canaria, sul fermento febbrile e nervoso di un set cinematografico alle prese con ogni genere di contrattempo, si stanno dirigendo due uragani: uno sta per esplodere nel cuore di Luna Rossa, l’altro è in arrivo dal mare. Violento e spaventoso, ingovernabile quasi quanto l’amore.


Incipit

Playa Benijo.
Bajamar. 
Barranco del Infierno.
Playa San Telmo.
Faro de Teno.


Le pagine del diario di Inés erano piene di immagini, luoghi incantati e suggestivi che aveva portato nel cuore. Ma anche ritratti.
Le rughe di un vecchio marinaio.
Il rossetto svapato sulle labbra disincantate di una prostituta.
Un polso tatuato.
Una vita raccontata a carboncino su un diario a quadretti.
Nessuna spiegazione, poche parole, qualche commento, qua e là.


Arrotolò la pagina del diario e la infilò nella bottiglia che lanciò in mare. Il più lontano possibile.


Recensione

Se hai letto fino a qui, sono certa tu lo abbia fatto per capire cosa mi ha colpito di “La casa degli Orologi” e te lo svelo immediatamente: sono stata rapita dall’intreccio della storia, dallo stile di scrittura e da ogni singolo personaggio incontrato, fosse anche una cosa banalissima come Frutos, il cardo sul balcone di Gioia Morandi.

Cristina Fabbrini Serravalle, con quel pizzico di ironia e sarcasmo che non guasta mai, è riuscita a dare un’anima a tutto ciò di cui parla, dipingendo protagonisti unici nel loro essere e indimenticabili. Chiudere le pagine del libro non basta per separarsi dalla loro presenza. Diventano così famigliari da desiderare che davvero siano al tuo fianco.

La scrittrice padroneggia in modo spettacolare la tecnica del “Show, don’t tell”, rendendo il lettore spettatore di quanto accade, per non dire partecipe della scena. Lo fa nel modo più naturale possibile, senza costruzioni o artifici. Si intuisce a volte quando dietro certe frasi vi è il rimaneggiamento di un editor, ma qui tutto è così spontaneo, genuino, alla Cristina!

Conosciamo da subito Marten (Cross), uno splendido Thor dall’aspetto un po’ trasandato che lo fa assomigliare più a un enorme troll dallo sguardo intrigante.

La tristezza che vela il suo sguardo è indice della disperazione che gli si agita dentro.

È alla ricerca di spiegazioni, vuole mettere una pietra su un evento doloroso del passato e lo fa tornando nei luoghi che ne videro l’origine .

Il passato ti resta appiccicato addosso comunque. Non ha importanza tu te ne voglia liberare né quanto il suo ricordo ti ferisca: lui resta lì, muto e giudicante, pronto a saltare fuori in qualunque momento

Sbarcato a Tenerife, si propone come uomo di fatica nella troupe della casa di produzione cinematografica Ser.Pi.Co Production, dove conoscerà Luna Rossa, ragazza romana, attrice per caso, in fuga da un destino per lei già scritto ma non voluto.

Era abituata agli uomini che cercavano di attaccare bottone con le scuse più originali, e quelli sapeva come tenerli a bada. Ma con una donna le era sempre risultato difficile. Perché in genere, le pochissime volte che l’avvicinavano, era solo per conoscere il nome esatto della sua splendida tinta rossa (Irlandese, Rame o Tiziano?). Normalmente, infatti, le si creava il vuoto attorno.

Tra colpi di scena e situazioni umoristiche, conosceremo per filo e per segno anche Gioia, la responsabile sul set che

mostrava la tipica padronanza di sé che impedisce alle emozioni di frapporsi fra lei e i suoi traguardi; ammirevole e terrificante al tempo stesso

e Florindo Bustamante, l’agente addetto alla sicurezza, “l’eroe del Médano”

Tondo e impacciato e completamente privo dell’aura di eroe che avrebbe dovuto avere.

La vita di ognuno di loro va a intrecciarsi con quella di chi ha attorno, formando un puzzle riuscitissimo e direi inestricabile: togliere anche solo un elemento rovinerebbe la fluidità del racconto, indebolendolo.

Elemento che va ad arricchire ulteriormente lo scritto sono i dialoghi, veri e vivi, grazie alla voce riconoscibile degli interlocutori. Ciascuno ha il suo tono e il suo registro.

Non manca neppure la terminologia tecnica usata in marina

il fruscio di una vela che si gonfia, lo stridere del sartiame, il rollio e il beccheggio, sole a spicchi dietro la randa, spruzzi di acqua salata sulla pelle, vento tra i capelli.

Che dire di più’? Non cambierei una virgola di “La casa degli Orologi”. Sul serio.

Lo consiglio a chiunque sia alla ricerca di freschezza e originalità, di persone più che di personaggi e di mare, un mare meraviglioso ma a volte insidioso.

Se già lo hai letto e vuoi dirmi qui sotto nei commenti come ti è sembrato, mi farebbe molto piacere il confronto.


Biografia dell’autrice

Cristina Fabbrini Serravalle è nata a Bergamo dove, a partire dagli anni 90 ha lavorato come giornalista pubblicista per diversi quotidiani e riviste.

Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, un’autobiografia romanzata dal titolo “Il senso dell’acqua”.

Del 2018 il suo lavoro più ambizioso, un romanzo metropolitano e di evoluzione personale, pubblicato sotto forma di trilogia, dal titolo “Profumo di Mandorle, sapore di cioccolato” (Libro I, – Anno 2010; Libro II, Le Ombre del Passato; Libro III, Le trame del tempo).

Nel 2019 parte il progetto della neonata casa editrice canaria Vulcano di Parole, con la quale pubblica, nella collana Rosa Canario, il primo di una serie di romanzi ambientati a Tenerife dal titolo “La Ragazza delle Onde”.

Il secondo capitolo della saga Tinerfeña, intitolato “La casa degli orologi”, viene pubblicato nel settembre 2022.