“D come Davide. Storie di plurali al singolare” di Davide Rocco Colacrai

di | 23 Maggio 2024
"D come Davide. Storie di plurali al singolare" di Davide Rocco Colacrai

Ti avevo parlato già in precedenza di Davide Rocco Colacrai e della sua silloge “Della stessa sostanza dei padri”. A distanza di due anni oggi ti presento la sua nuova raccolta di poesie – edita ancora dalla casa editrice anconetana Le Mezzelane – “D come Davide. Storie di plurali al singolare”.

Buona lettura.


Dettagli del libro

Titolo: D come Davide. Storie di plurali al singolare

Autore: Davide Rocco Colacrai

Casa editrice: Le Mezzelane

Anno: 2023

Pagine: 92 p.

Genere: silloge

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN:  9788833287140

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Mi stringeva tra le sue mani, mio padre,

in un silenzio che, 

solo da grande, 

ho imparato essere quello 

di un uomo che si commuove


Sinossi

“La Poesia e la Musica / non sono cose terrestri / appartengono al Mondo Superiore.” Così scriveva il Maestro Peter Deunov. Sono anni che mi faccio perseguitare da questa idea, tanto precisa quanto instancabile, di realizzare attraverso i miei versi una forma di confessione, che dalla sua dimensione strettamente personale possa con naturalezza trasformarsi in una storia del mondo alla quale chi ha il coraggio di accostarsi possa ascoltarsi, e persino riconoscersi. Ed è arrivato il momento oggi di affidarvi i suoi frammenti, le sue “storie di plurali al singolare”, in modo che ciascuno possa ricomporli nella più bella delle orchestre che i versi sanno creare: quella del cuore. (Davide Rocco Colacrai)


Estratto

Oggi ricorrono trentadue anni dalla Strage di Capaci nel quale persero la vita il magistrato Giovanni Falcone e il magistrato Francesca Morvillo, assieme a tutti i membri della scorta. Mi pare giusto onorare la loro memoria con la poesia:

L’albero di Giovanni (A Giovanni Falcone): Atto I
(Calati juncu ca passa la china)
Proverbio siciliano, “Piegati giunco che passa la piena”

Sotto un grande albero
con un’aureola di fogli di quaderno e biglietti di carta,
deciso ad arrampicarsi su per il cielo
a contemplare anche lui, come mio padre, la sua città
[dall’alto,
s’imbeveva l’odore buono dei giorni nei miei dieci anni
della storia della mia terra
e del mio nome,
nel colmare il mio sentirmi minuscolo come un chicco.
L’albero era il sinonimo di un uomo, per mio padre,
il cui sangue aveva lavato le nostre radici
a liberarle da un incubo da troppe teste e tentacoli
il cui veleno si era incuneato in ogni zolla dell’asfalto
su cui mettevamo piede
era stato un uomo che aveva scavato nel grembo
[indefinito dell’incubo
a rivelare la bellezza di questa città e i suoi sogni ai figli,
ogni sogno un respiro in più,
ogni respiro un colore,
e tutti i colori a comporre l’iride della nostra risurrezione.

Mi stringeva tra le sue mani, mio padre,
in un silenzio che, solo da grande, ho imparato essere

[quello

di un uomo che si commuove
erano parole che inciampavano umide di ricordo e pietà
per l’uomo dell’albero
al suo amore per la terra, la vita, e noi figli.
Ancora silenzio; ed io a studiare l’asfalto,
ad ascoltare il mare,
inseguire le linee della mano di mio padre,
a lasciarmi risucchiare dalla curva limpida del cielo,
e aspettare.
“Giovanni” disse infine, a bassa voce,
quasi in un sussurro, mio padre;
“Si chiamava Giovanni.”


Recensione

Raccontare ciò che avviene in un romanzo, spiegarne le scene di maggior pathos ed elencarne pregi e difetti è ormai diventato cosa di tutti i giorni per la maggior parte di noi lettori.

La cosa si fa più complicata se ci si trova a dover parlare di poesia. Io stessa ammetto di non essere una grande lettrice del genere, ma ne apprezzo le sensazioni che sa dare il leggere e rileggere con calma, dandosi tempo per assimilarne le emozioni che trapelano tra le righe.

“D come Davide. Storie di plurali al singolare” di Davide Rocco Colacrai, composto da ventisei poesie, divise in sei parti, è uno sguardo sui principali fatti storici del nostro tempo.

Molti dei componimenti hanno un preciso rimando ad un uomo, una donna, un amico, un personaggio pubblico o, più generalmente, un evento storico: Paolo Borsellino, gli esuli d’Istria e Dalmazia, il suo cane Manny, l’autore Vincenzo Restivo, Billy the Kid, lo scrittore marocchino Abdellah Taïa, Giovanni Falcone, suo nonno sono solo alcuni dei destinatari dei versi di Colacrai.

In quanto poeta civile contemporaneo, Davide Rocco Colacrai dedica potenti versi anche a vittime di particolari avvenimenti dei nostri giorni, come la strage dell’Hotel Rigopiano, la strage di Ustica, i numerosissimi malati a causa dell’Eternit, le povere vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova. “Undicesimo Comandamento: non dimenticare” è titolo della prima poesia della silloge oltre che richiesta esplicita dell’autore.

Contemporanee e popolari anche le citazioni musicali, che vanno da Lucio Dalla, Anna Oxa, Luciano Ligabue, Toto Cutugno, fino a Jovanotti e Vasco Rossi.

Il poeta riesce con disinvoltura ma grande profondità ad affrontare tematiche forti e dolorose, non collegate tra loro, rendendole tuttavia una sola cosa, attraverso il linguaggio universale della poesia. Il Plurale al singolare.

Sono tanti le citazioni che avrei potuto riportare, ma ti lascio con alcuni versi di “L’azzurro di un’ombra – in memoria delle vittime della Strage di Ustica (27 giugno 1980)

Ci sono attimi che si infrangono all’improvviso
e prosciugano ogni atto,
nuvole che si sciolgono prima che una lacrima possa
[fiorire

e cancellano il tempo, …

Dai una possibilità a questa raccolta. Non te ne pentirai.


Biografia dell’autore

Giurista e criminologo, Davide Rocco Colacrai partecipa da quindici anni ai Concorsi Letterari e ha conseguito oltre mille riconoscimenti, anche internazionali, tra i quali quattro Premi alla Carriera, un Premio al Merito Culturale e la Medaglia del Presidente della Repubblica.

D come Davide – Storie di plurali al singolare (Le Mezzelane) è il suo decimo libro di poesia, disponibile in tutte le librerie e store digitali oltre che sul sito della casa editrice.

Hanno scritto di lui Alfredo Rienzi, Carmelo Consoli, Livia de Pietro, Armando Saveriano, Italo Bonassi, Flavio Nimpo, Mauro Montacchiesi, Gordiano Lupi, Alfredo Pasolino, Stefano Zangheri e molti altri.

Sue poesie sono state tradotte in tedesco, francese, inglese, spagnolo, cinese, russo, albanese, turco, montenegrino e in lingua bengali.

Nel tempo libero, studia arpa, colleziona 45 giri da tutto il mondo (ne possiede oltre duemila), ama leggere, fare lunghe passeggiate con il suo cane Mitty e viaggiare.

Per Le Mezzelane Casa Editrice ha pubblicato le sillogi “Instantanee donna” (2017), “Asintoti e altre storie in grammi” (2019) e nel 2022 “Della stessa sostanza dei padri” (2021)


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