“Il profumo dei papaveri” di Mario Francesco Gastoldi

di | 6 Maggio 2022
"Il profumo dei papaveri" di Mario Francesco Gastoldi

Un viaggio profondamente emozionante nel passato: così definirei il libro di cui ti parlerò oggi. Sono rimasta catturata da questo romanzo che mi ha riportata indietro alla mia adolescenza e alla spensieratezza di quegli anni.

Buona lettura!


Dettagli del libro

Titolo: Il profumo dei papaveri

Autore: Mario Francesco Gastoldi

Casa Editrice: Porto Seguro

Pagine: 195 pp.

Anno: 2021

Genere letterario: narrativa contemporanea

Formato: cartaceo

ISBN: ‎9788855467629


Trama

Lorenzo Corti è una jazz star decadente, che si arrabatta tra un concerto e l’altro, tirando a campare in modo patetico e svogliato. La vita non è proprio andata come voleva lui, e all’età di 47 anni l’unico modo per non pensarci è quello di annegare costantemente i brutti pensieri nello spirito di un buon Bourbon.

Dopo un concerto al Jazz Club Ellington, Lorenzo incontra Germano, suo vecchio amico fraterno, perso di vista da molti anni, venuto a informare il musicista della morte di Angelica Bonomo. Ma chi era Angelica Bonomo?

Lorenzo piomberà in una spirale di ricordi che lo porterà a rivivere gli avvenimenti spaventosi dell’estate del 1990, quando Angelica, fidanzatina di un Lorenzo diciassettenne, fu vittima di un episodio atroce. Lorenzo, con gli amici Germano, Sandro e Teo, quattro ragazzi di un piccolo paese di provincia vengono messi a forza, di fronte a un avvenimento talmente grave da lasciare una crepa indelebile nell’animo adolescenziale, sconvolgendo per sempre le loro vite.


Prologo

Settembre 1990, Borgo Felce


Per un attimo mi chiedo che senso abbia tutto questo.
Sono a un passo da loro con la testa che mi esplode, no, forse è lo stomaco.
In passato ho letto da qualche parte che i pugnali che hai in testa a poco a poco scendono giù e ti perforano lo stomaco.
È vero, anche lo stomaco mi va a fuoco e brucia causa di quello che i miei occhi vedono.
Quell’ammasso di carne e ossa, vestito di nero e seta, che ansima sudando, è in piedi davanti a lei.
Sembra un cinghiale grufolante in cerca di cibo. E lei è il suo cibo.
Lei, in ginocchio, con la pelle rosa delle gambe scoperte, le ginocchia sbucciate e arrossate forse dall’erba troppo alta, lei che non è lei.
Non riesco a parlare, a muovermi, a respirare. L’immagine che ho davanti agli occhi mi sta uccidendo e non riesco a impedirlo.
Germano cerca di scuotermi, mi chiama a voce alta, lo sento, ma è come se mi trovassi sott’acqua e qualcuno tentasse di afferrarmi.


Recensione

Poche volte nella mia vita di lettrice mi sono sentita coinvolta così tanto in una storia quanto in questo libro. Sarà che sono coetanea dell’autore e quanto da lui scritto mi ha trovata partecipe in esperienze di vita analoghe.

Avete presente i post social del “ti sblocco un ricordo”? Sono quelli che con una semplice immagine ti fanno tornare indietro con la memoria a oggetti e situazioni del passato.

“Il profumo dei papaveri” è riuscito con me in tutto ciò: mi ha dolcemente portata in un paesino di provincia come il mio nell’estate del 1990, l’estate dei Mondiali, delle “Notti magiche” passate a chiacchiere con gli amici al bar, mangiando un cornetto Algida o bevendo la Coca Cola, per prepararsi alla sagra che si terrà al paese vicino, dove non mancheranno nuove conoscenze e gli autoscontri.

Lorenzo, Germano, Teo e Sandro sono amici del cuore. Tutti in paese li chiamano “i quattro moschettieri”. I loro pomeriggi passano tra giochi e risate: ritrovo nella piazza della Chiesa e poi al bar del Moro o a tirare calci al pallone.

È con l’arrivo di Angelica che nel cuore di Lorenzo qualcosa si accende.

Lui aveva i moschettieri e sì, ogni tanto gli ormoni facevano le bizze, ma in fondo sentiva necessità solo dei ragazzi che erano cresciuti con lui. Ma, davanti ad Angelica, scoprì che forse c’era di più e valeva la pena di scoprirlo.

Lorenzo tiene molto a lei. Sa non essere una semplice cotta perché ne è innamorato.

…la sua pelle chiara e lentigginosa brillava alla luce del sole e profumava di papaveri freschi. Non perché i papaveri avessero un profumo particolare, ma a lui in quel momento piaceva pensare che avessero lo stesso profumo suo e glielo disse.

La partenza della ragazza per la colonia estiva in montagna con Don Mauro è per lui fonte di preoccupazione che nemmeno sa spiegarsi.

E in effetti dopo la colonia nulla sarà più come prima, tutto cambierà e in peggio a causa della terribile scoperta fatta da Lorenzo. La sua risposta emotiva è così violenta da non consentire un ritorno sui propri passi.

Solo mettendomi nei suoi panni di diciassettenne, travolto da una cosa più grande di lui, ho potuto comprenderne la reazione, ma non riesco del tutto a giustificarlo. Di fronte a un abuso raccapricciante come quello subito da Angelica mi sarei aspettata sostegno e comprensione che purtroppo non arrivano. Parliamo però di un’epoca in cui si preferiva mettere tutto a tacere, soprattutto in piccole realtà paesane, e al colpevolizzare le femmine della violenza subita. Quanto successo non poteva che essere colpa della donna, del suo fascino e della sua volgarità. Per fortuna gli anni sono passati, la mentalità è andata cambiando e oggi a una violenza si riconosce il più delle volte il giusto colpevole.

La notizia della morte di Angelica dopo anni da modo per fortuna ad un Lorenzo adulto di mettere in discussione le scelte fatte da ragazzo e di comprendere l’errore a cui cercare di porre rimedio.

Ho la forza di ammettere di non avere più la forza, e già questo è un passo avanti. Non so se sono pronto, ma sento che questo è il momento. Questo è il momento di tornare e capire. Ora o mai più.

Amore, amicizia, bullismo, violenza, perdono e rinascita gli argomenti trattati, che fanno di questo romanzo un gran bel romanzo. Aggiungerei malattia, perché si fa menzione alla silicosi che porta via un affetto importante per il protagonista, e disagio famigliare, perché i rapporti genitori-figli hanno in questo spaccato di vita un pochino di carenze e difficoltà.

Ai momenti di commozione e nostalgia si affiancano anche frasi molto poetiche come

In quel momento un manto di stelle brillava timidamente come fossero state tante schegge di vetro su una coperta nera. Finalmente tornava a casa.

Consiglio questo romanzo di cuore a chi quegli anni li ha vissuti ma anche a chi è più o meno giovane, a chi piace la bella scrittura e a chi ama emozionarsi fino alle lacrime.


Biografia dell’autore

Gastoldi Mario Francesco, nato 43 anni fa a Caravaggio in provincia di Bergamo, paese del famoso pittore Michelangelo Merisi. Nel 2020 ha debuttato come autore pubblicando il suo primo romanzo dal titolo “Come se fosse l’ultima volta” edito da Barkov Edizioni.

7 pensieri su ““Il profumo dei papaveri” di Mario Francesco Gastoldi

  1. marynightmare

    Non credo sia il libro giusto per me in questo periodo, però di sicuro mi segnerò il titolo

  2. Maria Grazia

    Quando ci ritroviamo all’interno di un libro, vuoi per un personaggio, vuoi per un evento, è sempre molto emozionante

  3. Sonia Murtas

    Un libro molto interessante con tematiche importanti, grazie per averlo presentato, con le tue parole mi hai incuriosito, sicuramente lo segnerò!

  4. Maria Grazia

    Bella recensione. Sicuramente un libro che con tutte queste tematiche così forti emotivamente, deve per forza lasciare il segno nel lettore

  5. Ale87_book_funko

    Che bella recensione, mi hai fatto entrare in sintonia col libro anche se non l’ho letto.

I commenti sono chiusi.