“Come se fosse l’ultima volta” di Mario Francesco Gastoldi

di | 12 Febbraio 2021

Febbraio mese dell’amore per antonomasia! La presenza del 14 febbraio, giorno di San Valentino, fa sì che questo mese sia il più propizio per recuperare il romanticismo e la passione nella coppia. Se c’è una cosa che è chiara è che l’effetto “Cupido” finisce per colpire tutti, ed è per questo che oggi vi voglio parlare di un amore unico, arrivato inaspettatamente, vissuto con grande trasporto e speranze, l’amore tra Stefano e Martina.


Dettagli del libro

Titolo: Come se fosse l’ultima volta

Autore: Mario Francesco Gastoldi

Casa editrice: Barkov Edizioni

Anno: 2020

Pagine: 162

Genere: narrativa contemporanea

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN:9788894537796


Sinossi

L’amore travolgente di un ragazzo ed una ragazza. Il destino crudele che riuscirà a dividerli per sempre. La storia di Stefano e Martina nasce come un racconto triste, ma a poco a poco, pagina dopo pagina si rivela come un romanzo di speranza. La speranza che non abbandona Stefano, anche dopo aver perso l’amore della sua vita, di trovare un posto nel mondo. La speranza in un futuro che deve ancora essere scritto e vissuto.


Un piccolo estratto …


Recensione

La magia della campagna al crepuscolo, gli odori e i profumi che ti avvolgevano erano diventati un nostro momento intimo e felice; il viaggiatore Christopher McCandell nelle sue memorie scrisse ” la felicità è reale solo se condivisa”, niente di più vero.

Stefano è un tipo solitario, il classico tipo che piace alle donne, ma che dopo averlo conosciuto piantano senza pietà. È un trentacinquenne impiegato in una piccola filiale di banca, con un’attrazione viscerale per tutti i vizi possibili e immaginabili: ama bere, fumare, giocare d’azzardo e ama le donne. Ha una bella casa in affitto in centro, in una città del nord non specificata, da cui si sposta in bicicletta. Amici pochi ma buoni.

La sua vita procede nella più totale normalità, casa-lavoro e un flirt con la collega, quando una sera di maggio, in un locale affollatissimo, incrocia lo sguardo di Martina, due occhi di un colore mai visto, che pietrificano Stefano, lasciandolo ammaliato.

Martina è una ventiseienne, commessa in un negozio di fiori, con genitori separati come quelli di Stefano e tanti progetti per il futuro.

Da subito entrambi comprendono di essere destinati l’uno per l’altra, bruciano le tante della loro conoscenza e vivono una bellissima storia d’amore, scandita da canzoni di cui l’autore fa una playlist in appendice.

Come avrete letto già nella sinossi, però, anche gli idilli a volte sono stroncati da imprevisti dolorosi, inaspettati e odiati. Stefano si ritrova solo, disorientato e incredulo, a dover rimettere assieme i cocci del suo cuore.

Poteva il romanzo finire così, lasciandomi in lacrime come una bambina? Ovviamente no! Arriva a dare speranza e a sostenere Stefano una scoperta scorcentante. È così costretto a riprendersi, farsi forza e accogliere la possibilità offertagli di essere nuovamente vivo ogni giorno, come se fosse l’ultima volta.

Una storia decisamente molto romantica per la prima metà, dolorosa e sofferta per il resto, con un guizzo di gioia finale.

Mi vedo concorde con l’autore che in un passaggio afferma tramite riflessione di Stefano:

…un momento, una situazione, un istante di particolare emotività che è supportato da un odore particolare, un rumore, un suono che fa da contorno, io credo che sia catalogato dal nostro cervello come un ricordo primario.

Tanti dei miei ricordi del passato sono legati più ai sensi che alla situazione in sé.

Ho trovato menzionate diverse cose in uso negli anni ’90, gli anni che ho nel cuore perché sono quelli della mia adolescenza, e questo mi fa presumere sia il periodo dell’ambientazione principale.

La lettura è risultata scorrevole e piacevole, per via di un linguaggio comune, direi famigliare, senza fronzoli e orpelli. Ben bilanciati e mai scontati i dialoghi.

Ho molto apprezzato il font ben visibile e i capitoli essenziali. Non so se per mia sensibilità, trovo la cover perfetta sia nella raffigurazione che nell’effetto patinato. Mi sono trovata ad accarezzare il libro, senza rendermene conto, per la sola sensazione che lascia. Inoltre la carta delle pagine ha una tonalità naturale, non sbiancata. Amo quel giallino che sa di tempi passati, pur essendo fresca di stampa.

Non avevo fatto caso scioccamente alla playlist finale e, se devo proprio trovare una pecca, direi che l’avrei proposta nelle prime pagine o avrei messo note durante il testo. Questo per facilitare l’ascolto dei brani durante la lettura stessa e non a storia conclusa, come è successo a me. Ho risfogliato le pagine e segnato il punto un cui sono menzionate le varie canzoni, per un’eventuale rilettura con sottofondo musicale.

Il giudizio finale per questo romanzo d’esordio è comunque ottimo. I miei complimenti a Mario Francesco Gastoldi. Spero di leggere presto altri suoi componimenti.