“La Resa del Riso” di Elisa Cugliandro

di | 5 Ottobre 2022
"La Resa del Riso" di Elisa Cugliandro

In questi giorni di inizio autunno, come ad ogni cambio stagione, so già che ci sarà chi non voleva arrendersi agli ultimi raggi di sole. Partirà il coro del “Si stava meglio questa estate” o le lamentele di chi è metereopatico e non sopporta le grigie giornate di pioggia. Se anche tu tendi a deprimerti durante l’autunno e l’inverno, allora dovrebbero farti cittadino onorario di Felix Mors, cornice di “La Resa del Riso” di Elisa Cugliandro.

Ti spiego perchè.


Dettagli del libro

Titolo: La Resa del Riso

Autrice: Elisa Cugliandro

Casa editrice: LuoghInteriori

Collana: Interline@

Anno: 2022

Pagine: 235 pp.

Genere: romanzo distopico

Formato: cartaceo

ISBN: 9788868643478


Trama

Non è facile immaginare un mondo in cui è vietato essere felici, ma questa è la realtà a Felix Mors, unica metropoli scampata al Big Bang climatico. Un universo distopico in cui anche il sole è bandito, pericoloso come qualsiasi altro elemento in grado di far nascere un sorriso sulla bocca dei suoi disperati – si spera – abitanti. Tutto, proprio tutto quanto può rendere felici va accuratamente evitato. E d’altra parte un buon suicidio non è negato a nessuno: «Perché in fondo è quello che cerchiamo… Una conclusione della vita triste, amara, degna». La risata del resto – si sa – è un male contagioso e a poco servono le pillole depressive. La gabbia della propaganda ha sbarre fragili contro il potere dell’ironia e del sarcasmo, tanto che anche a Felix Mors provare gioia potrebbe rivelarsi non così sbagliato.


Incipit

“Come si sente oggi, Crepuscola?”

” Mi sento allegra, dottore!”

“Capisco… Ha voglia di spiegarmi il perché?”

“Non so di preciso il perché… So solo che sento forte la tentazione di sorridere, tante volte faccio dei sogni in cui sorrido”.

“È l’inconscio che prova a mostrarle il suo lato chiaro. Come mai ha voglia di sorridere? È a causa di suo figlio?”

“Immagino di sì… Mi sorride spesso a casa e delle volte mi fa paura”.

“Se ricordo bene a tre anni l’infante, giusto? Beh, a quell’età non sono ancora responsabili, vedrà che fra qualche anno la fase ridanciana passerà. È solo un periodo transitorio, come ci spiega la psicanalisi. I genitori devono essere dei bravi educatori e indirizzare la prole verso una sana sobrietà. Ha pensato a mandarlo all’Amaro collegio? È uno dei migliori”.

“Immagino che dovrai farlo…Dottore, la prego, mi prescriva altre pillole depressive!”

“Ne prende già a sufficienza. Mi permetto di suggerirle un’altra via, Crepuscola. Provi a pensare a qualcosa di triste e noioso”.

“È terribile dottore, ho solo pensieri e sogni gioiosi! E come se non bastasse ieri sera mio figlio è scoppiato a gridere, c’è mancato poco che lo facessi pure io! Sono pazza, vero?”

“Può capitare a tutti di vivere un momento gioioso. Quanto ai sogni, non se ne curi troppo: l’importante per lei è evitare le tentazioni. Se suo figlio la provoca ancora, lo sgridi a dovere”.

“Ci ho provato, ma lui mi gride in faccia”.

“Ascolti, è necessario farsi rispettare, altrimenti l’nfante crescerà male e impazzirete entrambi. Lo sa che dopo i quattordici anni potrebbe essere…

“No, io non voglio che venga rinchiuso all’Opuc, cosa penserebbero di me vicini e familiari? Che sono una pessima madre…”

“Ecco brava, pianga…””Oddio dottore c’è riuscito, grazie…Mi sento triste adesso! Va meglio, molto meglio…”

“Prego, è il mio lavoro. Ora vado a casa. Ci vediamo qui mercoledì prossimo”.

“Grazie dottor Gootic, le auguro un triste pomeriggio”.

“Altrettanto Crepuscola. E faccia un depresso weekend”.


Recensione

Parlare di questo romanzo è per me prima di tutto rievocare il giorno della sua presentazione al Salone del libro di Torino.

Quest’anno ho partecipato per la prima volta da bookblogger e tra i vari incontri è stato molto singolare quello proposto da Elisa Cugliandro, con il suo romanzo distopico “La Resa del Riso”.

Il fato ha voluto che quel giorno tutto sembrasse volerle remare contro. Due avrebbero dovuto essere i relatori pronti a introdurre il romanzo, ma per una cosa o per l’altra non erano presenti. Elisa però ha sostenuto l’imprevisto con calma e competenza, svelandoci i retroscena dell’opera e parlandocene con maestria.

“La Resa del Riso” vede le sue origini sette anni fa, a seguito di un sogno ispiratore, ma ha dovuto attendere il suo momento per decantare.

L’autrice lavora in una RSA ed è a stretto contatto quotidianamente con ospiti anziani, che hanno difficoltà dovute agli acciacchi ma vivono in modo assolutamente degno la loro esistenza.

Vedere quelle persone non solo per quello che sono al momento, ma anche per quello che erano, è quanto rappresentato nel dipinto Tre età dell’uomo (conosciuto anche come la Lezione di canto), anch’esso di ispirazione alla nascita del romanzo. È un dipinto a olio su tavola di Giorgione, databile al 1500-1501 circa e custodito nella Galleria Palatina a Firenze.

Nella scena sono presenti tre personaggi, di età differenti, su fondo scuro: il giovane al centro legge un foglio su cui sono vergate due righe di un pentagramma, l’adulto alla sua sinistra indica lo stesso spartito ed un vecchio guarda l’osservatore. Presumibilmente si tratta dello stesso uomo, rappresentato in tre momenti della sua vita.

E di come affrontare la vita, dello spirito con cui prenderla, abbiamo un esempio in questo romanzo.

Siamo a Felix Mors (dal latino Felice Morte), unica città sopravvissuta dopo un disastro apocalittico.

Non è rimasto molto da vedere a questo mondo se non ruderi, deserti e paludi contaminate, l’eredità del Big Bang Climatico dalle cui ceneri è sorto l’ordine attuale.

Questo disastro ha fatto sì che la popolazione rivedesse le proprie abitudini e il proprio modo di vivere, attuando un vero e proprio rovesciamento dei valori. Non più felicità, gioia e divertimento, ma le tre virtù riconosciute sono Amarezza, Tristezza e Noia. Assolutamente vietate ironia e satira, equivoco e bugia. Principio basilare è la serietà. Chi viene sorpreso a ridere o gioire viene reputato pazzo e per questo corretto tramite terapie depressive, che sopprimono la tentazione del Riso. Già da piccoli i bambini che entrano nella “fase ridanciana” vengono guariti o spediti all’Amaro Collegio.

Non si vedono persone avanti con gli anni per le strade, perché a una certa età è onorevole lasciare questo mondo con un bel suicidio.

Il suicidio è legale e benvisto, ma gli strumenti per morire in fretta (come i veleni) sono cari. Capita dunque che molti ricorrano a mezzi di fortuna, a folli corse in auto, oppure a qualche spacciatore. In quest’ultimo caso io non mi fiderei mai, meglio comprare stupefacenti comprovati dal ministero della Malattia. Toh, ne scorgo il manifesto elettronico proprio nella parete esterna del marciapiede coperto, che combinazione… Per una morte rapida e sicura prova Mortifast.

Facciamo conoscenza del protagonista principale fin dalle prime righe della storia. E’ lui che ci mostra la sua realtà, è lui che ci spiega in prima persona quale sia la sua missione lavorativa: riportare sulla giusta strada le menti “corrotte” dei reclusi nell’Ospedale Per Unità Corrotte, l’Opuc. Timorous Renè Gootic è uno psicoterapeuta quarantanovenne, sposato, senza figli, che abita in Via dell’Ossario.

Tutto sembra andare come dovrebbe, le giornate scorrono noiose come il solito, tra riso in bianco bollito e un “Tristesera!”, finché una nuova conoscenza mette in subbuglio tutte le sue certezze. Non tutti gli abitanti di Felix Mors credono giusto sopprimere le emozioni e … scoprirai cosa accade!

Trovo molto particolare l’uso fatto dall’autrice di un lessico adattato all’ambiente distopico. Quelli che inizialmente mi erano sembrati refusi risultano invece essere parole scritte ad hoc per farci immergere in un mondo nel quale le “grisate” (grida stridule) sono una vera emergenza e le persone sono pagate in “dolori”, non in dollari.

Questo stile di vita triste e depresso mi ha ricordato quello della Famiglia Addams, che proprio per la sua stramberia strappa un sorriso.

Si nota uno studio accurato nel testo per le note scientifiche, filosofiche e letterali che compaiono. Belle le citazioni a Cartesio e Coelho. Da una frase di quest’ultimo è nata l’immagine di copertina, che vede chi ride un folle.

Restate folli e comportatevi da normali.

PAULO COELHO, Veronika decide di morire

Perché questa storia? Cosa vuole insegnarci?

A questa domanda Elisa Cugliandro ha una bella risposta.

Nella storia i personaggi sono portati a reprimere come fanno molti di noi quotidianamente, che reprimiamo idee, sogni, la nostra stessa identità.

Smettiamo di reprimere, di arrenderci ma rendiamoci conto e lasciamoci andare. Non dobbiamo avere paura di vivere o del giudizio degli altri.

L’ironia usata nello scrivere questo romanzo è studiata apposta per far arrivare questo messaggio, per far riflettere attraverso il divertimento e non con un “pippone” noioso che sarebbe risultato pesante.

Fallo anche tu: non reprimere, ma vivi e corri a leggere questo bel romanzo!


Biografia dell’autrice

Elisa Cugliandro nasce nel 1985 a Torino, città in cui consegue nel 2008 la laurea triennale in Sviluppo e Cooperazione, facoltà di Scienze Politiche. Nel 2009 si reca in Francia, a Redon, per svolgere lo SVE (Servizio Volontario Europeo); qui sviluppa un progetto di musical sociale partendo da una sceneggiatura autoprodotta. Nel 2011 inizia a scrivere romanzi, racconti, canzoni e progetti vari. Due anni più tardi pubblica il suo primo romanzo Damazerico-La Rivoluzione Cortese. Fra il 2014 e il 2015 lancia un progetto sperimentale dal titolo Tealtro, proponendo workshop ludico-teatrali. Dal 2015 lavora come animatrice professionale presso una RSA a Torino. Nel maggio del 2021 pubblica con Rossini editore la raccolta di racconti dal titolo “Miracoli metropolitani“. Nello stesso anno il suo romanzo “Fuga dall’amore”, precedentemente diffuso ma mai pubblicato, giunge terzo al concorso letterario “Andrea Torresano”. Cura un blog dal titolo “FaReSol”.


7 pensieri su ““La Resa del Riso” di Elisa Cugliandro

  1. Maria Grazia

    Sto tenendo d’occhio tutti i distopici in questo periodo perché mi sto appassionando al genere

  2. Caterina

    Anche a me sarebbe piaciuto molto andare al Salone del Libro di Torino. Grazie per averci consigliato questo libro.

  3. Erika

    Ho letto solo un romanzo distopico fino ad ora e devo ammettere che il genere mi piace un sacco. Questo libro sembra davvero avvincente

  4. Ale87_book_funko

    Ma che lettura assolutamente particolare, non ne avevo mai sentite sui generis.

  5. Elisa Cugliandro

    Sono l’autrice. Desidero ringraziare pubblicamente Daniela per la recensione, ma anche la gentilezza e la disponibilità. Auguro buone “grisate” a tutti i lettori!

    1. Daniela Autore articolo

      E’ un augurio che sono certa non farà difficoltà a realizzarsi.

I commenti sono chiusi.