“Scottature” di Dolores Prato

di | 31 Dicembre 2020

Buonasera commensali e buoni preparativi per questo ultimo giorno di un 2020 diciamo indimenticabile. Non potevo chiudere l’anno senza proporvi un libro letto in questi giorni. Un ultimo consiglio prima dei festeggiamenti in famiglia a base di lenticchie e….. pizza! Volete non concludere l’anno in modo fuori dal comune? La pizza ci sta, dai. Un augurio di buon 2021 e che Dio ce la mandi buona.


Dettagli del libro

Titolo: Scottature

Autrice: Dolores Prato

Casa editrice: Quodlibet edizioni

Anno: 1998

Pagine: 48 pp.

Genere: narrativa contemporanea

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: 9788886570084


Incipit

“A capo del convento dove io ero in Collegio, c’era una trinità di monache tutte eguali nella potenza, concordi nel giudizio, sincrone nelle azioni: la Superiora, la Maestra, la Vecchissima Religiosa. In quel convento si faceva un gran parlare di misteri: se si trattava di misteri celesti, il parlare era sereno, ampio, dettagliato; se si trattava di misteri terreni, era un parlare agitato, rapido, più sottinteso che spiegato: erano accenni così sfuggenti da somigliare al gesto di chi tocca qualcosa che scotta. E difatti si alludeva spesso a certe ‘scottature’, non meglio identificate, che ‘il mondo’ era solito dare a chi prendeva soverchia dimestichezza con lui…”


Recensione

“Scottature”, unica opera non incompiuta dell’autrice, vinse il Premio Nazionale “Stradanova 1965”. Venne stampato a spese dell’autrice due anni dopo, nel 1967.

Fin dall’inizio di questo libro breve ma intenso facciamo la conoscenza della protagonista che non viene mai nominata, ma si presume sia l’autrice stessa, perché le vicende narrate ricordano per alcuni aspetti la sua infanzia.

L’abbandono del padre, l’allontanamento della madre, l’educazione dello zio sacerdote e poi il collegio: insomma quando si dice un’infanzia triste.

…si alludeva spesso a certe «scottature», non meglio identificate, che «il mondo» era solito dare a chi prendeva soverchia dimestichezza con lui. «Il mondo», per chi non lo sapesse, era tutto ciò che esisteva sulla terra all’infuori dei conventi, che appartenevano già al regno celeste. Non so perché, ma nel discorso delle scottature, sguardi e voci erano più spesso rivolti a me, come se una saggia e illuminata previsione avvertisse che io ero più esposta delle altre a quegli incidenti.

Le suore in convento non perdono occasione per ricordarle che sono infinite le tentazioni fuori dal loro portone e la prima tentazione arriva tramite lettera: l’anziano zio prete, trasferitosi nel sud America, la invita a seguirlo per trovare marito e fortuna in quelle terre.

La proposta viene subito scartata perché i suoi piani sono quelli di iscriversi all’università.

Una scottatura la colpirà comunque e sarà ben differente da quella temuta dalle religiose.

Decisa a scoprire cose del suo passato, passerà diverse ore al mare con la sorella e una bella insolazione la vedrà tornare al convento ben cotta.

Consiglio la lettura di questa opera a chi ama l’ironia mista a tragedia e vuole leggere il pezzo poetico di una grande scrittrice del Novecento.


BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Nata a Roma, figlia illegittima (del “peccato”, si diceva un tempo) di Maria Prato già vedova Pacciarelli, riconosciuta a stento dalla madre e mai dal padre “avvocato meridionale” e data in “affidamento” a soli 16 mesi allo zio don Domenico Ciaramponi e alla sorella nubile Paolina della Bassa Padana ma residenti a Treja. Lì ci trascorre l’infanzia e la giovinezza e dopo l’uscita dal collegio delle suore Visitandine, in cui era stata rinchiusa per seguire gli studi, se ne torna a Roma dove si laurea presso la facoltà di Magistero nel 1918.
Nemica del fascismo e decisa a non prendere la tessera del partito, insegna lettere in alcune scuole statali fino al 1927 (a Sansepolcro in Toscana, poi a Macerata e San Ginesio nelle Marche). Dopo un breve periodo d’insegnamento a Milano, presso la Libera Scuola di Cultura e d’Arte di Vincenzo Cento, si stabilisce a Roma. Nei primi anni Trenta prende a occuparsi di una ragazza afflitta da gravi problemi psichici. Finita la guerra collabora con articoli di cultura a diversi quotidiani, tra cui «Paese Sera», e pubblica due libri, Sangiocondo (1963) e Scottature (1967), entrambi in autoedizione. Nel 1980 esce per Einaudi una versione parziale del romanzo Giù la piazza non c’è nessuno. Muore il 13 luglio 1983 in una clinica di Anzio.
Presso Quodlibet sono apparsi Scottature (1996), Giù la piazza non c’è nessuno (versione integrale a cura di Giorgio Zampa, 2009; prima edizione Mondadori 1997) e Sogni (2010).