“La congiura del doppio inganno” di Tiziana Silvestrin

di | 29 Luglio 2022
"La congiura del doppio inganno" di Tiziana Silvestrin

Nuove avventure per il Capitano di Giustizia Biagio dell’Orso in “La congiura del doppio inganno” di Tiziana Silvestrin, sesto episodio della Saga dedicata alla famiglia Gonzaga.

Ti va di scoprirlo con me?


Dettagli del libro

Titolo: La congiura del doppio inganno

Autrice: Tiziana Silvestrin

Casa Editrice: Scrittura&Scritture

Anno: 2022

Pagine: 380 pp.

Genere: Romanzo giallo-storico

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: 9788885746374


Trama

Il duca Vincenzo I Gonzaga deve prendere una decisione difficile: congedare Biagio dell’Orso e nominare un altro capitano di giustizia e questo proprio quando nel ducato sono stati rinvenuti i corpi di due giovani donne sui quali l’assassino si è accanito con ferocia.

Tutti gli elementi delle indagini, fino ad allora condotte dal capitano dell’Orso, portano a due sospettati, uno dei quali è l’ex podestà di Mantova con cui Biagio ha un conto in sospeso: è a causa sua se ora lui si accinge a lasciare Mantova per proteggere la sua amata Rosa.

Nel mentre, a Venezia un efferato sicario sta seminando morte nella laguna dando filo da torcere al Signore della Notte, Antonio Mocenigo: vicino a ogni cadavere è stata ritrovata una berretta gialla, segno inconfutabile che l’assassino viene dal ghetto ebraico.

La neve che cade copiosa su Mantova e la nebbia tra le calli della Serenissima ammantano di freddo questo nuovo episodio della saga gonzaghesca che sta tenendo avvinti i lettori con le vicende del capitano di giustizia più affascinante della storia italiana del Cinquecento.


Incipit

1597, Palazzo Ducale

Vincenzo I Gonzaga, IV Duca di Mantova, non prese affatto bene la richiesta del capitano di giustizia Biagio dell’Orso di lasciare la sua corte. Era un suo diritto decidere chi prendere a servizio e chi mandare via, a chi dare incarichi, onorificenze, prebende e a chi toglierli. L’idea di doversi privare di un uomo come Biagio, a volte caparbio sino all’insolenza, ma fidato e giusto, ben voluto anche dai cittadini, non riusciva ad accettarla. Stizzito uscì dallo studiolo e fece cenno a Biagio di seguirlo, voleva fare qualche passo all’aperto, contava che il freddo l’avrebbe fatto ragionare meglio e uscirono nel “giardino per aria”. Quella notte era nevicato e i giardinieri non avevano ancora finito di sgombrare i dialetti dalla neve. Con un cenno il duca ordinò loro di ritirarsi e si rifugiò sotto il porticato.

“Capisco le tue ragioni” disse appoggiato a una colonna guardando sotto di loro piazza San Pietro coperta di neve.


Recensione

Ho già avuto modo di parlare in precedenza del romanzo “Il sigillo di Enrico IV”, uno dei libri di cui si compone la saga della famiglia Gonzaga ideata da Tiziana Silvestrin.

Come appurato nella lettura, anche questo romanzo risulta autoconclusivo e, se pur con qualche rimando a eventi passati, è indipendente dalle altre vicende precedenti. Unico elemento che ci consente di comprenderne l’ordine cronologico all’interno della serie è la diversa datazione.

In “La congiura del doppio inganno” siamo trasportati con la fantasia tra la Mantova del 1597, Ducato di Vincenzo I Gonzaga, e la Venezia di fine secolo in quello stesso periodo.

Molto curata la ricostruzione storica di eventi e personaggi realmente esistiti che mi ha permesso per esempio di conoscere gli Uscocchi: cristiani originari dei Balcani che per sfuggire ai Turchi si riversarono sulle coste del mar Adriatico, vivendo in seguito di pirateria a danno dei mercanti veneziani. Ammetto di non averne mai sentito parlare.

Altri aspetti storici a cui si fa riferimento sono l’uso di rinchiudere le figlie femmine in convento per salvaguardare il patrimonio del primogenito, il proliferare della prostituzione tra le calli di Venezia

Esercitavano la loro attività al Castelletto, un quartiere vicino a Rialto e al Rio Terà delle Carampane, che arrivava sino al ponte delle Tette, dal quale si affacciavano a seni scoperti per attirare i clienti.

e le restrizioni imposte nel ghetto ebraico di Venezia.

Grande rilievo è dato alla figura della dogaressa Morosina Morosini, appartenente a una ricca famiglia che aveva dato già tre dogi alla Serenissima. Visse nel superbo palazzo Grimani di San Luca, affacciato sul Canal Grande, e diede nuovo impulso all’arte del merletto, consentendo a molte donne di mantenersi tramite un lavoro rispettabile.

Lo avevo notato già in precedenza e mi ha fatto piacere riscontrare nuovamente il fatto che ogni personaggio menzionato, anche se apparentemente insignificante ai fini della storia, ha un suo ruolo all’interno del costrutto narrativo. Se fa la sua comparsa anche solo il pasticciere di casa Gonzaga, pure lui ha il suo perché e non è un sovrappiù. Capita in alcuni romanzi di “perdere tempo” dietro figure secondarie e superficiali. Con Tiziana Silvestrin questo non accade. Occorre perciò molta attenzione per tenere le fila della storia.

Romanzo scorrevole e intrigante per la prima metà, nella quale si investiga su casi di omicidio che mi hanno fatto pensare ad un serial killer, abbiamo poi un cambiamento di scenario, di protagonisti e di caso investigativo. La cosa mi ha un pochino destabilizzato perché sembra di cominciare un romanzo differente. La sensazione va però a smorzarsi quando si intuisce il collegamento tra le due vicende, solo apparentemente scollegate. L’autrice, infatti, come una brava giocoliera, riesce a creare un filo logico pienamente comprensibile solo sul finale.

Originale l’appendice riportante due ricette della cucina tipica mantovana del tempo : statue di zucchero e offelle.

Mi sento di consigliare questo giallo storico a tutti gli appassionati del genere, perché offre nuove conoscenze e nel mio caso ne sono uscita appagata.


Biografia dell’autrice

Tiziana Silvestrin vive e lavora a Mantova. Entrata a far parte di una compagnia di teatro amatoriale, inizia a scrivere commedie. Alla passione per la recitazione e per la lettura si aggiunge la curiosità per l’arte e la storia. Quando, con un racconto, vince un premio letterario le viene l’idea di mettere a frutto le sue ricerche per scrivere gialli storici. Ecco, allora, che mescolando fantasia, storia, personaggi reali e non, decide di scrivere una vera e propria serie dedicata ai Gonzaga. “I leoni d’Europa” (2010) è il primo volume. Seguono “Le righe nere della vendetta” (2011), “Un sicario alla corte dei Gonzaga” (2014), “Il Sigillo di Enrico IV” (2017) e “La profezia dei Gonzaga” (2019). Tutti editi da Scrittura&Scritture.


4 pensieri su ““La congiura del doppio inganno” di Tiziana Silvestrin

  1. Caterina

    Purtroppo il genere storico non lo amo molto…però essendo anche un po’ un giallo chissà!

  2. Sonia Murtas

    Nonostante il romanzo storico non sia un o dei miei generi preferiti, con la tua recensione mi hai incuriosito molto😊

  3. Maria Grazia

    Sicuramente il contesto storico accurato la fa da padrone. È uan cosa che io apprezzo molto w che sicuramente rende il romanzo ai miei occhi molto accattivante.

  4. Ale87_book_funko

    Terrò in considerazione questo titolo ma soprattutto la saga…anche se autoconclusivi mi piace dare un ordine temporale.

I commenti sono chiusi.