…si trattava di uno scontro ad anima e corpo nudi, in cui come cani rabbiosi si dilaniavano le carni prima di giungere all’amara conclusione che non v’era soluzione contemplabile.
Buongiorno commensali. Vi presento oggi “Di Anima e Corpo”, nuovo romanzo di Ginevra Betti, del quale mi sono innamorata per tragicità della storia e uso meraviglioso delle parole. Complimenti all’autrice per la bella penna!
Dettagli del libro
Titolo: Di Anima e Corpo
Autrice: Ginevra Betti
Casa editrice: Porto Seguro Editore
Anno: 2022
Pagine: 245 pp.
Genere: narrativa contemporanea
Formato: cartaceo
ISBN: 9791254920473
Sinossi
Lucien e Alma sono stati una coppia. Adesso, anni dopo, dimentichi di essersi amati, sono seduti l’uno di fronte all’altra e ogni loro memoria si tramuta in rimorso che rischia di farne statue di sale. É l’ultimo e brutale confronto in cerca di perdono reciproco per il male che si sono fatti.
Ripercorrono i momenti della loro relazione – il primo incontro presso la galleria d’arte dove lei esponeva i suoi quadri, le prime risate davanti a una cena fredda, le prime notti di amore – e ognuno dei due si chiede in che punto si siano persi. Prima o dopo che lui iniziasse ad abusare di farmaci nella speranza di eccellere nella scrittura? Prima o dopo che lei iniziasse a prostituirsi? Alma e Lucien lasciano che vecchie ferite tornino a stillare sangue, in una violenta lotta dettata dal voler stabilire le responsabilità e le colpe che li hanno condotti fin lì. Ma in fondo, se anche fossero colpevoli entrambi, cosa significherebbe per la loro redenzione?
Incipit
L’aria è tiepida come un respiro nonostante sia già metà settembre. Il cielo che s’erge fuori, sopra le loro teste e facce smemorate, è affrescato di magnifici colori.
Quasi li sente emanare tepore sulla sua pelle marmorea, quasi perennemente gelida e incapace di intiepidirsi. Scorge quell’arancio vivo che pare affondare nella polpa di quelle nuvole gigantesche, d’un bianco sporco che tendente a uno sbiadito color lampone e lillà. Quella tavolozza rovesciata sul cielo la rende viva, meno sola.
Forse qualcuno lassù prova del sentimento per lei, forse è per questo che il cielo acquisisce quelle magnifiche tinte calde. Forse Dio la ama. Forse lei è la sua amante. Può darsi che, se lei lo pregasse, lui la farebbe accucciare su quella carne spumosa e la lascerebbe morire lì, con il mondo torchiato sotto la punta dei suoi vertiginosi tacchi a spillo. Le venderebbe il mondo, sì, ma a quale prezzo?
Recensione
Non si può rimanere ancorati a un ricordo per sempre, ci si dimentica di vivere.
Lucien e Alma si sono tanto amati, “di anima e corpo”, hanno passato bellissimi momenti assieme.
Avevano amato ciò che erano stati capaci di essere. Sale e vita, falde su falde e frammenti pronti a essere condotti altrove dal vento.
Poi, come capita spesso nella vita, qualcosa è cambiato, qualcosa si è spezzato tra di loro.
Forse non si sono mai conosciuti davvero loro due. Forse si sono amati per qualcos’altro che non fossero loro.
L’amore, che grande cosa. Eppure, limite a sé stessa. Combustiona autonomamente fino a cessare. Eppure esiste.
Entrambi hanno preso strade autodistruttive e la loro separazione è risultata inevitabile. Si ritrovano però un giorno faccia a faccia in una caffetteria, a chiacchierare come vecchi amici, a rievocare il passato e a parlare del futuro che li aspetta.
Mettono le proprie vite sul tavolo, pietanze dal gusto amaro.
Da subito ho provato molta empatia per Alma, una donna che segue con coraggio la sua aspirazione e nonostante le avversità sa reinventarsi. Ha avuto un’infanzia difficile, soprattutto a causa del padre violento, ma è una persona molto materna e disponibile verso il prossimo.
Non mi sono invece sentita molto vicina a Lucien, che ho trovato troppo arrendevole. Il suo cercare una via d’uscita dalla realtà tramite l’abuso di farmaci e droghe lo vedo egoistico.
Quando si è fragili si impara a rinascere.
Mi sento di avvertire che questo romanzo non è una lettura adatta a tutti, ma rivolta a lettori esigenti. È ammirabile l’uso che l’autrice riesce a fare delle parole. Ci si perde con il pensiero attraverso le squisite descrizioni e metafore, ma lo stile poetico e molto descrittivo del testo richiede attenzione costante. Inoltre il vocabolario utilizzato risulta elegante ma allo stesso tempo parecchio ricercato. Più di una volta mi sono fermata con vocabolario dei sinonimi alla mano per comprendere parole non di uso comune. Posso citare ingollata, efebico, adusti o liliali.
“Di Anima e Corpo” va degustato un po’ alla volta, dando il giusto tempo alla storia e senza la fretta che caratterizza le nostre giornate.
I quattro macro capitoli in cui la storia e suddivisa prendono nome dalle stagioni. All’interno dei singoli capitoli si spazia tra presente e passato in un susseguirsi di salti temporali che si intervallano nei paragrafi.
Fin dalle prime pagine si respira un’atmosfera tragica, quasi shakespeariana.
Mi ha positivamente colpita il rimando a Cesare Pavese con una rivisitazione dei versi della sua “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.
Quando ci si imbatte in giovani promettenti che oltre alla bella scrittura hanno umiltà e sanno accettare eventuali critiche credo sia necessario supportare il loro lavoro. Dico ciò perché nonostante abbia scovato refusi ed errori, dovuti a una correzione di bozze poco attenta, l’autrice ha preso con assoluta positività i miei appunti. Lo vedo sintomo di maturità e spero di leggere molti altri scritti di Ginevra Betti.
Vi lascio con un’ultima citazione tra le innumerevoli che avrei potuto menzionare. La trovo un’immagine delicata e magica
Forse ogni amore ha un solo giorno, una singola occasione, forse sono questi i sentimenti. Difficile che tu ti imbatta nella medesima farfalla il giorno seguente.
Biografia dell’autrice
Ginevra Betti è nata a Siena nel 2001. Studia spettacolo presso l’Università di Beni Culturali a Siena. Ha partecipato e vinto diversi concorsi letterari, tra cui il Rotary Club “Quando l’amore diventa imperfetto” e “Porte d’Europa”, indetto dal MIUR. Questo è il suo primo romanzo per Porto Seguro editore. Del 2016 è “Dark Angels” edizione Albatros Il Filo.
Complimenti per la recensione, hai presentato una lettura molto bella che mi segno con piacere!
Purtroppo non sono un’amante del genere. Inoltre credo stavolta la scrittura non faccia per me. Sono contenta però he questo libro ti abbia colpito così tanto.
Bellissimo articolo, un libro che colpisce.
Sembra un libro molto triste e forte. Non so se riuscirei a leggerlo in questo periodo. Ma grazie per averne parlato
L’incipit e le citazioni sono molto interessanti, tanto da suscitare curiosità sull’intero libro
Raramente trovo un libro bello che ho voglia di leggere con calma, che “va degustato un po’ alla volta”, come dici tu. Di solito se un libro mi piace lo leggo molto in fretta o per la trama interessante o per alcune dinamiche tra i personaggi. Però, qualche volta mi capita tra le mani un libro che mi fa riflettere, senza appesantire la lettura, e per questo decido di leggerlo lentamente.