“Galatea” di Madeline Miller

di | 25 Novembre 2023

Oggi 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, contro abusi fisici, mentali e sessuali perpetrati il più delle volte da chi è più vicino alle vittime. Mariti gelosi, padri possessivi, ex che non sopportano di essere stati abbandonati: sono queste solo alcune delle figure colpevoli di violenza verso le donne a loro vicine.

Nulla di quanto fatto è mai abbastanza per evitare che certe situazioni degenerino in femminicidio. Tenere quindi sempre i riflettori puntati sul tema e bloccare sul nascere i comportamenti ritenuti pericolosi devono essere un obiettivo comune.

Nel mio piccolo, attraverso #ilmondocongliocchidelleDonne, spazio rivolto a libri che toccano il genere femminile e ne rappresentano aspetti di vita, spero di poter aprire una breccia nelle menti e nelle coscienze, per spingere il maggior numero possibile di persone a comprendere che la violenza non è mai la soluzione dei problemi e se la si subisce non è perché lo si è meritato.

Colgo quindi l’occasione per proporre un libro pubblicato qualche anno fa che con la sua storia drammatica e lacerante fa molto riflettere: “Galatea” di Madeline Miller.


Dettagli del libro

Titolo: Galatea

Autrice: Madeline Miller

Casa Editrice: Sonzogno

Anno: 2021

Pagine: 72 pp.

Illustratrice: Ambra Garlaschelli

Formato: cartaceo

ISBN: 9788845403071


Trama

Madeline Miller, autrice premiata dai lettori e dalla critica, rilegge in chiave attuale il mito greco di Galatea, la statua trasformata in donna per assecondare il desiderio del suo scultore Pigmalione. Dalla sua creatura lui vorrebbe solo bellezza e muta obbedienza, ma i tentativi di controllarla non potranno soffocare la sua tragica rivendicazione di libertà.

Un racconto poetico e raffinato, arricchito dalle splendide illustrazioni di Ambra Garlaschelli.


Incipit

Era quasi tenero il modo in cui si preoccupavano per me.

“Com’è pallida” ha detto l’infermiera. “Deve stare tranquilla finché non riprende il colorito.”

“Il mio colorito è questo” ho detto io. “Perché una volta ero di pietra.”

La donna ha accennato un sorriso e ha tirato su la coperta. Mio marito l’aveva avvertita che ero un po’ estrosa, che la malattia mi portava a dire cose che le sarebbero sembrate bizzarre.

“Si sdrai, che le porto qualcosa da mangiare.”

Aveva un neo sul lato del labbro, e mi piaceva guardarlo mentre parlava. Certi nei sono belli e caratteristici, come le chiazze sul manto di un cavallo. Altri, invece, hanno peli e appaiono carnosi come vermi: il suo era di questo tipo.

“Si sdrai” ha ripetuto, dato che non l’avevo ancora fatto.

“Sa cosa credo che farebbe bene al mio colorito? Una bella passeggiata.”

“Oh, no” ha detto. “Non finché non starà meglio. Senta che mani gelide che ha.”

“È per via della pietra, gliel’ho già spiegato. Senza sole non può scaldarsi. Non ha mai toccato una statua?”

“Lei è gelata” ha ripetuto. “Si sdrai, su, da brava.”

A quel punto si è fatta frettolosa, perché avevo menzionato la pietra per ben due volte, fornendole un succoso pettegolezzo da riferire alle altre infermiere e un motivo impellente per parlare con il dottore.


Recensione

Gelosia, mania di controllo, violenza fisica e psicologica. Sono queste solo alcune delle angherie subite da Galatea, la statua che la dea Afrodite ha reso viva in uno slancio di benevolenza verso Pigmalione, il grande scultore greco. La sua bellezza uguaglia, o probabilmente supera, quella della marmorea opera d’arte del suo creatore.

Una volta, quando gli avevo chiesto quale età avesse pensato per me, lui aveva risposto: “Quella di una vergine.”

Dopo averla presa in moglie, l’uomo pretende che lei lo ripaghi incarnando altissime virtù di obbedienza e umiltà, assoggettandosi al suo desiderio.

… più che viva mi voleva tiepida, quel tanto che bastava per potermi scopare.

Ma aveva una scelta Galatea? Ce lo dice l’autrice, che nel riproporre in chiave moderna il mito greco non ci parla solo di una donna, ma di tantissime nel mondo che ancora purtroppo subiscono e che non sono libere di fare quello che vogliono, ma devono sottostare all’autorità maschile.

Per quanto Galatea usi la propria avvenenza per manipolare lo sposo, in lei comincia a farsi strada un sentimento di ribellione, dovuto alla consapevolezza di meritare la felicità, lontano da Pigmalione.

Nell’ossessiva speranza di fermarla, il marito la tiene sotto stretta sorveglianza in una clinica, controllata da dottori e infermiere, lontana dall’amata figlia Pafo, alla quale Galatea tiene molto, che protegge dalla collera del padre e per la quale desidererebbe l’istruzione che lei non ha avuto.

Quando diventò un po’ grande, pretesi un precettore, anche se mio marito pensava che l’avrebbe rovinata.

“No” dissi, “farà in modo che sia utile al suo futuro sposo, come io invece non riesco a essere.”

E lui mi aveva sorriso. “Tu sei utile a sufficienza.”

Ormai però è troppo tardi per ostacolare la decisione di Galatea nello spezzare le catene della sua prigionia.

Raccontata in prima persona, viviamo l’intera storia attraverso i ricordi di Galatea, dalla sua “nascita” all’epilogo, passando per momenti squallidi nei quali sembra impotente e subisce in silenzio quanto impostole.

Trovo che “Galatea” abbia in sé parecchio su cui riflettere in questa giornata, perché quanto scritto è lo specchio di molte realtà quotidiane. Oltre al tema dell’abuso, si sfiorano argomenti altrettanto pesanti come l’aborto e il suicidio, che concorrono a restituire una storia ancora più dolorosa e amara.

La scelta nelle illustrazioni di colori contrastanti quali il bianco e il nero rende le pagine molto eleganti e consente di contrapporre una Galatea pura e innocente ad un Pigmalione meschino e oscuro. Molto belli anche gli elementi rosa in risalto, per evidenziare particolari significativi.

Non posso che consigliarne la lettura a chi ama i retelling mitologici e a chi come me é attent* alla condizione delle donne, non solo come vittime di violenze e femminicidi ma anche per la loro autodeterminazione e indipendenza economica/famigliare.


Biografia dell’autrice

Madeline Miller è nata a Boston, ha un dottorato in Lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Il suo primo romanzo, “La canzone di Achille” (Sonzogno 2013, Marsilio 2019), è stato un successo internazionale, vincitore dell’Orange Prize e tradotto in venticinque lingue. Il secondo, “Circe“, uscito negli Stati Uniti e in Inghilterra nel 2018, è stato raccomandato come libro dell’anno da alcune delle principali riviste letterarie americane.