“La casa sul promontorio” di Romano De Marco

di | 20 Marzo 2023
"La casa sul promontorio" di Romano De Marco

A distanza di circa un anno dalla sua pubblicazione, vorrei parlarti oggi di “La casa sul promontorio”, scritto da Romano De Marco e concessomi in lettura da Salani in occasione della presentazione.

Si dice che ogni libro ha il suo momento di lettura. Io finalmente ero dell’umore giusto per lanciarmi in un thriller e rimanerne affascinata.

Buona lettura!


Dettagli del libro

Titolo: La casa sul promontorio

Autore: Romano De Marco 

Casa editrice: Salani Editore

Collana: Le Stanze

Genere: thriller

Anno: 2022

Pagine: 288 pp.

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: ‎ 9788831011341


Trama

Mattia Lanza è lo scrittore più amato d’Italia, il più venduto, il più tradotto all’estero. Le serie TV e i film tratti dai suoi romanzi battono ogni record d’ascolto, la sua popolarità sembra non conoscere limiti. Fino a quella sera. Una tragica sera di morte che cambia per sempre la sua vita.

Due anni dopo quei fatti di sangue, assolto nel processo che lo ha visto unico indagato per il massacro di sua moglie e dei suoi due figli, Mattia Lanza decide di tornare a scrivere. Per farlo, sceglie di isolarsi in una villa nascosta dalla vegetazione, sul promontorio di Punta Acqua Bella, in Abruzzo, un paradiso affacciato sul mare Adriatico. Ma il passato continua a tormentarlo. Gli incubi, le visioni angoscianti, i presagi di sventura, non gli danno pace. Fino a quando l’incontro casuale con Eva interrompe la sua routine. Mattia sembra rinascere e torna ad assaporare sensazioni e desideri che da tempo non viveva, compresa la voglia di scrivere. Presto, però, qualcosa inizia a incrinarsi anche nel rapporto con la nuova affascinante vicina. Eva sembra celare misteri che, forse, lo riguardano.

Di chi sono gli occhi che lo spiano di notte, nascosti fra gli ulivi secolari del suo giardino? Chi è l’inquietante donna anziana che lo insegue ovunque vada, e lo fissa in silenzio con uno sguardo carico di accuse? Quale segreto nascondono gli strani oggetti trovati nella casa, che sembrano rimandare a un vicino cimitero di guerra? Quando il crescendo di tensione e mistero sfocia in un brutale omicidio, le nebbie della menzogna iniziano a diradarsi e una linea di sangue sembra collegare il passato e il presente. Fino alla scoperta della sconvolgente verità, che cambierà la vita dei protagonisti. Per sempre.


Prologo

Varcò l’ingresso della questura con passo nervoso. Indossava un impermeabile antracite e stringeva sotto al braccio una ventiquattr’ore di pelle. 

Il piantone scattò sull’attenti mentre quell’uomo alto, con i capelli grigi spettinati e il naso dantesco, attraversava l’atrio. Non si voltò neanche, incurante della regola che imponeva la consegna di un documento d’identità in cambio del pass visitatore. 

Raggiunse in fretta il corridoio del secondo piano. Avanzava deciso, come preceduto da un campo di forza invisibile, in grado di schiacciare le persone contro le pareti e sgombrargli la strada, rimuovendo ogni ostacolo che lo separava dalla destinazione finale. 

Il vice questore Eustachio Scarano, responsabile della sezione Omicidi, sudava freddo mentre lo attendeva in ufficio. Abbottonò a fatica il colletto della camicia sistemando il nodo della cravatta. Quarantacinque anni, un metro e settanta per ottantacinque chili, nell’ultimo anno era ingrassato di quasi due taglie. Rimandava di continuo il cambio di guardaroba, col risultato di sottoporsi alla quotidiana sofferenza di sentirsi costretto nei suoi vecchi completi, le cui cuciture rischiavano di cedere da un momento all’altro. Ripensava agli eventi delle ultime ore con l’ansia di aver commesso un errore che il procuratore Marco Gatti non gli avrebbe mai perdonato. Aveva lavorato spesso con quell’uomo, ne conosceva l’impazienza, il perfezionismo, il rigore assoluto. E anche l’inflessibile severità con il team investigativo a cui di volta in volta spettava la sventura di collaborare alle sue indagini.

La porta si spalancò e Gatti ispezionò l’ufficio con uno sguardo circolare che a Scarano fece l’effetto di una scansione laser.

«Dove lo avete messo?»

«Nella stanza per gli interrogatori». Il poliziotto si alzò. «Controllato a vista».

Il procuratore lasciò cadere la borsa su una poltroncina di fronte alla scrivania e si sedette sull’altra. Con un cenno invitò Scarano a fare altrettanto. «Mi dica tutto. Ogni particolare».

«Mi ha telefonato intorno alle ventuno. Per la precisione, alle venti e cinquantasei».

«L’ha chiamata sul suo numero personale?»

«Sì, sul mio cellulare. Ce l’ha da quando… Da quella volta che ho fatto da consulente per un suo romanzo».

«Quale?»

«L’eco della violenza».

Gatti sospirò. «Prosegua».

«Era agitato, farfugliava, ho faticato a capire le sue parole. All’inizio ho pensato fosse ubriaco. Poi ha detto qualcosa di comprensibile: ‘Sono morti. Sono tutti morti!’ Ha continuato a ripeterlo mentre cercavo di calmarlo. Gli ho chiesto dove si trovava e mi ha risposto che era a casa sua. Ho chiamato la volante di turno e l’ho raggiunto in pochi minuti».

«Dove abita?»

«Una villa sopra al Circo Massimo, dietro al roseto comunale».

«La scena del crimine?»

«La porta era aperta e lui era rannicchiato in un angolo dell’ingresso con le ginocchia al petto. I vestiti erano sporchi di sangue e tremava».

«Continui».

«Ho lasciato un agente e sono entrato nel soggiorno. Era buio ma al centro della stanza ho visto i corpi». Scarano scosse la testa. «Mi è capitato altre volte di vedere vittime di morte violenta, ma quello era… Era un massacro. La moglie e i due figli, un maschio di otto anni e la femmina di cinque. Uno sopra l’altro come sacchi di terra. Ho acceso la luce e ho visto il sangue dappertutto. Sul pavimento era pieno di scie rosse, ho subito pensato che dovevano averli ammazzati in altre parti della casa e poi trascinati lì per sistemarli in quella catasta di corpi senza vita».


Recensione

Ci sono romanzi dalla cui trama si può già intuire come andranno le cose. “La casa sul promontorio” non è decisamente uno tra questi. Quando credi che tutto fili verso una certa direzione, oplà! magicamente comprendi che non è come immaginavi dovesse andare. Sono davvero tanti i colpi di scena che movimentano le vicende di cui si compone il romanzo, ben studiati e d’effetto.

Tutto ha inizio con la rievocazione della “strage del roseto”, avvenuta in una villa sopra al Circo Massimo, dietro appunto al roseto comunale. L’intera famiglia del noto scrittore Mattia Lanza viene massacrata senza un motivo evidente. Da subito l’opinione pubblica si divide tra chi accusa e chi scagiona Lanza da queste morti tragiche. Persino il processo a suo carico lo vede assolto.

Nonostante tutto, dopo due anni, l’inquietudine non consente ancora allo scrittore di lavorare come un tempo e d’accordo con la sua agente letteraria, Mattia prende in affitto una casa lontana dall’abitato. Lì conta di riuscire a non distrarsi e portare a termine il nuovo libro che vorrebbe pubblicare.

Era sempre più convinto che quello sarebbe stato il romanzo della vita, la sua più grande affermazione. L’editore l’avrebbe pubblicato senza fare obiezioni, anche se era distante anni luce dalle sue cose precedenti, e ne avrebbero parlato tutti: avrebbe rappresentato una novità clamorosa nel panorama editoriale nazionale. E forse anche in quello internazionale.

Tuttavia i suoi progetti di isolamento e tranquillità andranno stravolti dall’incontro con Eva, vicina di casa che poco alla volta entrerà nel suo cuore.

Mattia era ipnotizzato dagli occhi di quella donna. Si ritrovò a pensare che avessero il potere di provocare, nella sua anima, l’effetto improvviso di un vento di Maestrale che porta il sereno in un cielo che un attimo prima minacciava tempesta. Si sforzò di tornare in sé, non aveva mai amato certe fantasie da narrativa romance.

I due avranno modo di confidarsi e rivelare quanto del proprio passato traumatico ancora li perseguiti: Mattia deve riuscire a superare la morte dei propri cari, Eva invece è fuggita da un matrimonio tossico e violento. Entrambi hanno necessità di cambiamento, di maturare e migliorare per passare oltre quanto accaduto e ricominciare a vivere veramente.

Per Mattia non era una questione di soldi, ne aveva più di quanti avrebbe potuto spenderne in un paio di vite. Ma al tempo stesso sapeva che rimettersi a scrivere, per quanto ora gli sembrasse un’impresa impossibile, era l’unica chance che aveva per tornare a vivere. Rivendicare il sacrosanto diritto di esistere.

Uno degli argomenti toccati è la scrittura, con accenni alle nevrosi degli scrittori, ai fattori temporali e spaziali che facilitano o meno la loro ispirazione. Il lettore viene portato anche a riflettere sulla schiavitù a cui alcuni sono assoggettati nei confronti dei propri desideri, alla ricerca spasmodica di qualcosa che sia sempre di più. Una continua rincorsa del successo, che può risultare nel tempo davvero deleterio.

Tra successo e apprezzamento dei lettori, De Marco è assolutamente per la seconda scelta, in quanto trova non ci sia nulla di più gratificante dello scrivere per ricevere l’affetto dei lettori che lo leggono.

Da buon thriller qual è, dai capitoli brevi e scorrevoli, per tutto lo svolgersi degli eventi narrati si ha la percezione che qualcosa non quadri, che ci si debba preparare ad un’altra grave situazione. Si respira un senso di ansia, di cose non dette o dette a metà. Sono i dettagli a fare la differenza, come la scelta di omettere particolari truculenti, per evitare un tono voyeur o possibili emulazioni.

Il finale multiplo, che ci mette di fronte a più possibili versioni della realtà, è la ciliegina sulla torta. Ad una trama così elaborata ne occorreva infatti uno sostenibile e uno allo stesso tempo clamoroso. Sta a chi legge decidere quale crede sia a suo gusto la vera conclusione della storia.

L’autore ha già fatto sapere che non ci saranno prequel o seguiti a questo romanzo per sua natura autoconclusivo. Vi saranno tuttalpiù richiami in opere successive, perché a differenza di altri scrittori di serie, come Camilleri, De Giovanni o Manzini, De Marco preferisce i romanzi a se stante, dalla serialità verticale.

La cover, per me abbastanza inquietante, non rispecchia il contenuto reale del romanzo, ma è frutto di un compromesso tra strategia di marketing e continuità nello stile della casa editrice. Se ad attirarti è l’idea di un uomo armato di pala, mi spiace ma non lo troverai, almeno che tu non aggiunga un ulteriore finale di tua fantasia. La cosa tutto sommato è fattibile, perché se la fantasia deve risultare comunque credibile, la realtà a volte è molto peggio della fantasia.

Realmente esistente è il Cimitero militare canadese di Ortona, da cui prende spunto l’autore per ricordare soldati stranieri caduti sul suolo italiano e la cui memoria va rispettata e onorata. Anche la casa sul promontorio non è un’invenzione dell’autore, che di quei luoghi descritti è conoscitore ed estimatore.

Sono rimasta piacevolmente colpita da “La casa sul promontorio” e lo consiglio vivamente, perché riesce nell’impresa di non darti certezze e di spiazzarti.


Biografia dell’autore

Abruzzese, classe 1965, vive tra Ortona, in Abruzzo, e Modena.

Tra i più stimati autori crime italiani, esordisce nel 2009 con FERRO E FUOCO (Giallo Mondadori n. 2974 ripubblicato per le librerie, nel 2012 da Pendragon edizioni).

Nel 2011 esce il suo MILANO A MANO ARMATA, (Foschi Editore, premio Lomellina in giallo 2012).

A gennaio 2013 è la volta di A CASA DEL DIAVOLO (Time Crime, Fanucci – ripubblicato da Pickwick Mondadori nel 2020).

Nel 2014 pubblica con Feltrinelli IO LA TROVERO’ (collana Fox Crime, 2014) cui fanno seguito CITTA’ DI POLVERE (Narrativa 2015) e MORTE DI LUNA (Zoom Filtri, 2015 e Pickwick Mondadori, 2020).

Dal 2017 passa all’editore PIEMME col quale pubblica L’UOMO DI CASA (premio lettori al noir festival, premio Scerbanenco 2017) SE LA NOTTE TI CERCA (Premio Fedeli 2018) NERO A MILANO (premio lettori al noir festival, premio Scerbanenco 2019, Premio Nebbiagialla 2020 e Premio Giallo Ceresio 2020) IL CACCIATORE DI ANIME (2020). Nel 2021 escono UN PO’ MENO DI NIENTE (con lo pseudonimo Vanni Sbragia) e STORIE DEL BORGO SENZA TEMPO entrambi per l’editore FERNANDEL di Ravenna. E’ tradotto in spagna, ha pubblicato racconti e articoli su Linus, Il Corriere della sera e sulle collane del Giallo Mondadori. Collabora con vari blog e i suoi racconti sono inseriti in oltre venti antologie. Il suo nuovo romanzo è LA CASA SUL PROMONTORIO (2022 Salani Editore).

Dal 2019 è direttore artistico del festival GIALLODISERA di Ortona.