“Il giorno del topo bianco” di Livy Former

di | 27 Giugno 2022
"Il giorno del topo bianco" di Livy Former

E’ da tempo che guardando i libri proposti mi sono accorta di avere una carenza in letture per ragazzi. Vorrei rimediare. Inizio così parlandovi di “Il giorno del topo bianco”, bel romanzo adatto dalla prima adolescenza, ma piacevolissimo anche in età adulta.

Volete saperne di più? Vi accontento.


Dettagli del libro

Titolo: Il giorno del topo bianco

Autrice: Livy Former

Casa Editrice: Il Ciliegio Edizioni

Anno: 2022

Pagine:142 pp.

Genere: Narrativa per ragazzi

Età di lettura: da 13 anni in sù

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: 9788867718290


Trama

Atina, una bambina di quasi sei anni, da alcuni giorni non può andare a scuola. In casa con la mamma il tempo sembra non passare mai fino a quando, accidentalmente, scopre un piccolo topo bianco aggirarsi tra le scale del suo condominio. Stanca di rimanere tra le mura domestiche, decide di seguirlo in cantina: luogo per lei ancora inesplorato.

Atina non ha paura di quel posto umidiccio e dai muri scrostati, ma ciò che trova la fa rimanere senza fiato. Lì una ragazza, appena adolescente, è imprigionata con grosse manette di ferro intorno ai polsi. Chi è? Perché si trova nella sua cantina? Chi l’ha rinchiusa? Queste sono solo alcune delle domande che Atina inizia a porsi; tuttavia decide di non confidarsi con nessuno degli adulti, per non far scoprire l’esistenza del suo topolino. In questo modo però metterà la sua stessa vita e quella dei suoi cari, in grave pericolo.


Incipit

Il treno correva veloce nell’alba bigia e Atina, con la testa appoggiata contro lo schienale e gli occhi chiusi, ne assecondava il dondolio. Era piacevole farsi cullare e quel movimento le ricordò Alfredino, il bambino più piccolo di una vicina di casa, che si addormentava soltanto se lo ninnavano. Di nuovo si chiese dove lei e la mamma stessero andando. Certo non da zia Titta, come aveva pensato all’inizio, perché altrimenti sarebbero già arrivate da un pezzo dato che la zia abitava soltanto a pochi chilometri di distanza da casa sua. Avrebbe voluto chiedere spiegazioni, ma c’erano quelle due signore un po’ vecchiette sedute sui sedili di fronte, e lei non voleva parlare davanti a loro: i fatti di famiglia non si dovevano far sapere agli estranei.


Recensione

Non dimenticare che il silenzio vale più dell’oro.

Queste parole la piccola Atina, detta Mimmina, le aveva sentite dal suo papà, che fin da piccola l’aveva istruita all’essere riservata e a non spifferare a nessuno ciò che si faceva e sentiva in casa. Erano diversi gli amici di famiglia e gli “zii” che alla sera si ritrovavano in salotto per discutere di affari con il papà e a lei a sembrava una cosa normale.

Atina vede nel papà un uomo molto saggio, che sa risolvere tutti i problemi quando occorre, ma da bambina qual è non comprende la realtà dei fatti. La sua ingenuità è ciò che più colpisce nella lettura del romanzo.

Tutti da piccoli travisiamo quanto accade se non ci viene spiegato onestamente. A lei viene tutto taciuto perché innocente. La si vuole proteggere dalle dinamiche di una famiglia che vive di malavita.

Alle parole

zio Carmelo, voglio un lavoro ben fatto e che nessuno possa neppure sospettarlo

riguardo a Nuccio, un ragazzo che ha sgarrato, Atina vede nel padre un uomo delicato, che lo punirà ma non vuole si sappia in giro per non far vergognare Nuccio della punizione.

Anche di una ragazza disubbidiente di nome Manuela che fa arrabbiare il signor Pasquale

se ne sarebbe occupato di persona e avrebbe incaricato zio Carmelo di sistemarla fra i muri di una certa palazzina in costruzione.

Che bella cosa avere un papà premuroso che si preoccupa di tutti! Fanno persino sorridere le interpretazioni date da Atina.

Come letto nella trama, tutto il trambusto che dà origine alla storia avviene a causa di un topolino. Parlarne e dire di averlo inseguito fino in cantina, vedendo cose proibite, significherebbe rivelare di aver disubbidito alla mamma. Meglio dire qualche piccola bugia. Lasciare che nessuno sappia.

Atina è portata a fare ciò che avrebbe fatto ognuno di noi trovandosi di fronte a una richiesta di aiuto: si fa coraggio e agisce senza pensare alle conseguenze dei suoi atti, perché a volte è necessario fare ciò che è giusto e non ciò che ci viene propinato come .

Ne era venuto fuori davvero un bel guaio ma, come diceva il papà, nelle situazioni spinose era sempre meglio essere ottimisti che, tanto, costava uguale e anche il problema più grande tendeva a sistemarsi in un modo o nell’altro. E infine se tutto fosse andato per il meglio, voleva dire che la fortuna aveva dato una mano.

Un romanzo dalla lettura molto scorrevole, una storia vista con gli occhi del candore.

Veniamo portati a riflettere su un aspetto a volte scontato e sottovalutato quale l’idolatria che hanno i bambini verso i propri cari, visti come infallibili e grandiosi, nonostante tutto.

È la purezza d’animo però che vince su tutto il male.


Biografia dell’autrice

Dopo aver trascorso la maggior parte della sua vita a Milano, da circa dieci anni si dedica alla scrittura di romanzi sull’isoletta di Sant’Antioco. I suoi libri si rivolgono principalmente a ragazzi e giovani adulti; con Il Ciliegio edizioni ha pubblicato nel 2021 “Un traditore per la regina


5 pensieri su ““Il giorno del topo bianco” di Livy Former

  1. Maria Grazia

    Quando si è piccoli si tende a idealizzare le figure di riferimento anche quando non sono il miglior esempio, purtroppo. Sicuramente un tema interessante

  2. Caterina

    Potrebbe essere una lettura interessante, anche per imparare qualcosa. Grazie

  3. Ale87_book_funko

    Sembra davvero una piacevole lettura.

  4. Sonia Murtas

    Bellissima proposta e bel tema per un libro per ragazzi! Non conoscevo questa lettura, me la segno!

I commenti sono chiusi.