“Chicago Blues” di Marilena Migiani e Angelo Fabbri

di | 25 Novembre 2021

Donne forti, che con la loro resilienza sono esempio per tutte noi che ne leggiamo le storie: queste sono le protagoniste dei libri che più mi appassionano.

Perché parlarvi di questo libro proprio il 25 novembre? Perché oggi è la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”.

Tina, protagonista di “Chicago Blues”, subisce un abuso, vede calpestare la propria identità e i propri diritti, ma tiene duro, reagisce e riprende la sua vita a testa alta, memore delle proprie ferite. Anche se solo frutto di una storia di fantasia, mi sembrava giusto proporvi questo romanzo oggi.

Volete saperne di più? Buona lettura!


Dettagli del libro

Titolo: Chicago Blues

Autori: Marilena Migiani e Angelo Fabbri

Casa editrice: WM Edizioni

Anno: 2021

Pagine: 357 pp.

Genere: narrativa storica

Formato: cartaceo ed ebook

ISBN: 9791280412027


Sinossi

Chicago anni Trenta: nascita della musica blues, ma anche proibizionismo, violenza razziale, malavita. Tina Sanpaoli, figlia d’immigrati italiani, ha una torbida relazione con Chet Halliday, un sassofonista nero che suona al “Blues Serenade”, locale gestito dal mafioso Vito Lo Cascio, mentre suo fratello Micky, di alcuni anni più giovane, comincia una promettente carriera di pugile. Incinta di Chet, Tina, viene aggredita e violentata da due scagnozzi della banda rivale di Teo Mancuso. Salvata fortunosamente da Paddy O’Really, un immigrato irlandese che lavora nel circuito del “Blues Serenade”, perde però il bambino. Lo stupro potrebbe essere l’inizio di una sanguinosa guerra tra le bande rivali, ma lo stesso O’Really, con l’aiuto di padre Murray, parroco della zona e amico di famiglia, convince ad intervenire il capitano della polizia Rocky Malone, referente di entrambe le gang. Gli stupratori di Tina vengono barbaramente uccisi dagli uomini di Lo Cascio, e all’omicidio partecipa anche la ragazza. Tra spaccio di alcolici e gli albori del nascente blues la vita sembra riprendere, e tra Tina e Paddy si instaura un’appassionata e sofferta relazione, ma il sindaco Johnson intenzionato a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalle sue speculazioni edilizie per vincere le imminenti elezioni, stipula un patto con Rocky Malone e il sindacalista corrotto Jimmy Hoffman per garantirsi l’appoggio delle due bande al fine di seminare il panico in città. Per suscitare la reazione della parte più povera della popolazione decidono di sabotare una vecchia acciaieria, con il consenso del proprietario, ma l’incendio si estende e distrugge una baraccopoli adiacente, provocando diverse vittime. O’Reilly sospetta la matrice dolosa, e per questa sua intuizione Hoffman vorrebbe eliminarlo, ma né il sindaco né il capitano Malone ritengono opportuno in quelle circostanze il suo omicidio.


Recensione

Se avete letto fin qui la mia introduzione e la sinossi del libro avrete già un quadro abbastanza chiaro della storia. Aggiungerei qualche elemento in più dal punto di vista dell’ambientazione.

Abbiamo detto che ci troviamo a Chicago, negli anni ’30. La schiavitù in America è stata da poco abolita e l’immigrazione ha portato nel paese diverse persone, da tutto il mondo. Si hanno etnie che convivono nello stesso luogo, pur mal sopportandosi. Il governo ha leggi restrittive sul consumo di alcolici e sul gioco d’azzardo, ma i locali che fanno musica e consentono le scommesse sono all’ordine del giorno. La malavita riesce nei suoi traffici anche appoggiandosi alle forze dell’ordine e quando qualcuno osa interferire non ci si fa tanti scrupoli nel farlo sparire.

Potreste dirmi: è quindi un libro che parla di gangster, sparatorie, violenza, scommesse clandestine… Direi non solo, è molto di più.

Elemento fondamentale che vede la sua presenza in sottofondo, ma in realtà è l’incipit da cui sono partiti gli autori, è il Blues, genere musicale nato in quegli anni. La comunità neroamericana vide nel canto un modo originale per parlare del mondo precario e in perenne movimento che vedeva le masse povere di neri spostarsi dal sud agricolo verso il nord in cerca di fortuna. Non diverse erano le condizioni di chi, come molti italiani, arrivava in America in cerca di quel futuro che sembrava offrire il paese in sviluppo.

La strada per il paradiso s’incrocia spesso con quella per l’inferno.

Nel libro si citano diversi artisti blues, soprattutto donne, che con le loro musica hanno fatto la storia. In appendice, come una playlist, sono riportati i titoli delle loro canzoni, di cui trovate diverse strofe nei capitoli. Se volete potete approfittare per leggere al suono di Bessie Smith o Robert Johnson. La prefazione inoltre è curata da Mario Donatone, noto musicista blues internazionale.

Ho notato nella scrittura termini inappropriati al giorno d’oggi, anche offensivi, come ad esempio “negro”, consueti invece nel parlato dell’epoca. Questo fa capire la cura dei dettagli, il portare il lettore nel momento storico immergendolo in quello che era davvero la realtà.

Nella sinossi non è fatta nota di un particolare storico che vorrei però riportare: quegli anni erano sì anni che preparavano all’uguaglianza tra bianchi e neri, ma erano anche quelli del Ku Klux Klan. Uno dei protagonisti avrà la sua dose di terrore…

Se parliamo dell’oggetto libro posso dirvi che il formato risulta ridotto, direi comodo per il trasporto in borsa. Nonostante tutto però non è un libro da divorare in poche ore, necessita del suo tempo. Sono comunque 350 pagine fitte fitte, ma dal font leggibilissimo. Tocco che lo rende ancora più squisito è l’illustrazione di copertina, realizzata interamente a mano da Ilaria Agostini. Vi si possono notare Tina, Paddy e l’insegna del Blue Serenade.

Il consiglio che posso dare è quello di Mario Donatone:

…rilassarsi, lasciare fuori dalla porta ogni pregiudizio e abbandonarsi con mente e sensi a questo lungo e tormentato blues e al suo ritmo.


Biografia degli autori

Angelo Fabbri e Marilena Migiani si incontrano per la prima volta sul web, scoprendo nella diversità della loro scrittura, evocativa quella di Marilena, cinematografica quella di Angelo, armonie piuttosto che discordanze. Stili diversi ma compensativi, che non si sovrappongono ma si completano. Da qui è nato il progetto di Chicago Blues.

6 pensieri su ““Chicago Blues” di Marilena Migiani e Angelo Fabbri

  1. Sonia Murtas

    Un libro con tematiche forti e che andrebbero affrontate più spesso! Non conoscevo il libro quindi ti ringrazio per questa segnalazione!

  2. marynightmare

    Non mi sono mai avvicinata ai libri ambientati in America nei primi decenni del 1900, però siccome questo libro inizia sfruttando la chiave del “blues” (se ho capito bene) mi ispira più di altri

  3. fuyukochan84hotmailcom

    Nom bisogna mai smettere di parlare di donne tenaci forti che combattono e resistono. Complimenti per la scelta della lettura e la proposta per il giorno specifico

  4. Ale87_book_funko

    Recensione interessante, una tematica di spicco

I commenti sono chiusi.